Due partite e due gol, alla terza Mario Gomez ha dovuto fermarsi lasciando così orfana la Fiorentina del colpaccio dello scorso mercato estivo: beghe non da poco a un ginocchio, una veloce riabilitazione, dopo due mesi il panzer tedesco è ritornato in pista, salvo dover rimandare il suo rientro in campo per una piccola ricaduta infiammatoria. In questa settimana Gomez si è fatto visitare dal suo medico di fiducia in Germania, il professor Muller-Wohlfahrt, che ha definitivamente sciolto ogni riserva decretando la completa guarigione del giocatore che potrebbe già accomodarsi in panchina lunedì sera contro il Verona (improbabile) o al più essere a disposizione – seppur parziale – di Montella nel prossimo match contro la Roma all’Olimpico domenica prossima alle 12.30.

A Firenze aspettano con impazienza il rientro del forte numero 33 che nei giorni scorsi aveva affidato a un lungo “comunicato” sul suo profilo Facebook un dettagliato punto della situazione sulle sue condizioni fisiche (“Sto cercando di forzare i tempi, con l’intenzione di rientrare al più presto ai servizi del Mister e di essere utile ai miei compagni di squadra. Non nascondo che vorrei ripagare al più presto la fiducia e il calore umano che ho ricevuto da questa stupenda Società e città” una parte del messaggio), oggi in edicola Gomez si è aperto sulle pagine del settimanale Sportweek; molti passaggi interessanti, tra cui quello in cui spiega l’entusiasmo con cui si è tuffato nell’avventura in Toscana:

“Qui ho la possibilità di giocare di più. Inoltre Firenze è una città bellissima. Sono molto felice della scelta. La mia scelta influenzata dalla fidanzata? Non è assolutamente vero. Prima di tutto è stata una mia decisione sportiva. E ci piaceva Firenze. Come va con la lingua? Non ho un orario preciso per le mie lezioni di italiano. Appena ho tempo chiamo il professore e mi esercito per un’ora o due. Direi che sta andando proprio bene, capisco molte cose. Posso anche parlarlo, ma non troppo veloce. Il dialetto fiorentino? E’ divertente, il fisioterapista che mi ha seguito nella riabilitazione ha cercato di insegnarmelo. Ho provato a imitarlo. Mi affascina”.

Gomez parla delle differenze e delle similitudini tra Italia e Germania, ricordando anche due nostri connazionali che in terra tedesca sono ancora ricordati con affetto:

“I tifosi sono diversi. In Germania il sostegno alla squadra è sempre molto forte, in Italia sempre più emozionale, molto concentrato sulla partita. Al momento ho poca esperienza, essendomi infortunato quasi subito, ma fin dall’’inizio ho sentito un calore incredibile. Trapattoni e Toni? Si sono fatti amare. Ancora si parla del Trap con grande rispetto, ha lasciato un ottimo ricordo, per l’uomo che è e per il modo di allenare. E gli sono grato, perché è stato il mio primo allenatore allo Stoccarda e mi ha fatto giocare da titolare. Lo stesso vale per Luca. A Monaco, ma credo in tutta la Germania, lo hanno apprezzato per essersi subito dimostrato disponibile, un bravo giocatore, sempre sorridente. Una bella persona. È andata così per tutti gli italiani che hanno giocato da noi. In fondo vi vogliamo bene”.

E Vincenzo Montella? Gomez non ha dubbi:

“Più che tedesco, direi che ha un modo di intendere il pallone molto internazionale. Il suo è un calcio d’attacco, alla ricerca del gol. Moderno e divertente”.

Torna presto Mario, il calcio italiano ha bisogno di te.

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Fiorentina interviste personaggi

ultimo aggiornamento: 30-11-2013


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